T-yong Chung (Tae-gu, Corea del Sud, 1977) è un artista coreano che ha deciso di abitare in Italia, che vive come un atlante culturale, iconografico e umanistico da cui attingere, inebriato, fonti di ispirazione e pensiero.
Nei suoi lavori la tensione fra la pienezza della cultura occidentale e l’essenzialità di quella orientale, crea un equilibrio formale a cui è difficile aggiungere o togliere. Le sue sculture sono definite anche se sembrano incompiute, il suo segno è delicato ma vigoroso. Utilizza spesso materiali di scarto, sedie antiche, utensili arrugginiti, pezzi di lamiera che smembra e ricompone, leviga e lucida fino a conferire allo scarto una nuova identità, strettamente legata alla dignità del passato. I suoi lavori più recenti partono da riproduzioni di gesso di busti classici e da calchi di cemento di oggetti di uso comune. Da poco si è avvicinato al ritratto dal vero, ponendo una persona e non un simbolo al centro del suo lavoro, dove l’ispirazione classica rimane preponderante, ma l’umanesimo contemporaneo sembra avere il sopravvento.
15 Aprile 2010