TÉMNEIN, di Marco Useli
- Realizzazione della xilografia 300 x 113 cm. su carta Hahnemühle e inchiostro calcografico di MARCO USELI per la mostra “TEMNEIN”
- Inaugurazione 7 FEBBRAIO 2014 alle ore 18.30 a DIMORA ARTICA
- Via Matteo Maria Boiardo 11
- interno cortile – MM1 Turro – Milano)
Il titolo Témnein è tratto dal greco e significa tagliare: azione fondamentale in una società civile vista come comunità che occupa luoghi separati dalla natura selvaggia. In parte ispirato dalle problematiche legate al recupero ambientale delle cave di pietra, Marco Useli descrive il taglio delle montagne come paziente e metodica asportazione di materiale lapideo, che interrompe il flusso naturale e nello stesso tempo forma un’architettura in negativo che può suggerire nuovi utilizzi. Elemento ricorrente nella ricerca dell’artista è la ripetizione di moduli che sembrano mirare ad un graduale perfezionamento della forma, sovrapposti per creare un flusso visivo che sembra poter proseguire anche oltre lo spazio dell’opera.
La ritmica increspatura delle catene montuose, creata dal lento e costante processo di orogenesi, viene rappresentata da Marco Useli come una progressione verticale di vette in bilico tra rappresentazione bidimensionale ed atmosferico realismo ottenuta mediante rulli ed altri utensili, appositamente creati dall’artista, oppure attraverso il sapiente uso della xilografia. Tale ritmo, che sembra perdersi negli albori dell’esistenza del mondo, viene interrotto da un drammatico vuoto geometrico che si palesa in primo piano come fosse l’ultimo stadio di un perfezionamento naturale, fatalmente trasformato in un’invadente vuoto distruttivo.
Lo stesso flusso verticale emerge in un video, presentato nel piccolo schermo di un telefono cellulare inserito in un supporto progettato dall’artista e realizzato in marmo verde del Guatemala, nel quale la scalata di una montagna è documentata attraverso la reiterazione dei passi in un sentiero disseminato di pietre. Il concetto di taglio come interruzione di un ritmo vitale, che nelle opere dedicate alle montagne può assumere toni epici, approda alla quotidianità urbana in due piccoli dipinti olio su tela, nei quali Marco Useli riproduce il giardino interno di un condominio, visto dall’alto e dipinto con perizia quasi fotografica. Nei dipinti, che presentano due diverse angolazioni dello stesso soggetto, una strada taglia le aiuole per essere interrotta da un improvviso muro che ne preclude la prosecuzione.
Chiude la mostra un’opera su carta formata da più pezzi affiancati, stavolta orizzontalmente, nei quali il colore verde sottostante ai fogli è tracimato in superficie mediante fori posti lateralmente, formando dei segni simili a ciuffi d’erba che, con la propria forza germinale, si riappropriano di uno spazio apparentemente inadatto alla vita. La simultanea presenza di natura ed artificio, suggerita dall’opera di Marco Useli, allude ad una realtà che rispetta e mantiene integre le differenze, e nella quale l’attitudine normativa dell’uomo si fa totalmente costruttiva e rigenerativa.
Andrea Lacarpia